CAMBIA/menti

CAMBIA/menti: la violenza sulle donne fra disparità fisica e fattori socio-culturali” consiste in un ciclo di incontri pubblici e in un laboratorio sul tema della violenza di genere realizzato dall’Università degli Studi Internazionali di Roma in collaborazione con il Liceo classico statale “Francesco Vivona”.

Obiettivi

Il progetto prende avvio con un intervento di monitoraggio iniziale sullo stato di conoscenza della questione della violenza di genere (dalle molestie al femminicidio) attraverso la somministrazione di un questionario e mira a far emergere con chiarezza quando si è in presenza di violenza di genere, comprendendone la definizione secondo l’articolo 1 della Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne approvata dall’ONU il 20 dicembre 1993, laddove si chiarisce che per violenza di genere si intende: qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata.

Gli intenti del progetto sono in linea con l’obiettivo 5 dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile: Parità di genere. Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empowerment (maggiore forza, autostima e consapevolezza) di tutte le donne e le ragazze, e con i suoi target: (5.2) Eliminare ogni forma di violenza contro tutte le donne, bambine e ragazze nella sfera pubblica e privata, incluso il traffico a fini di prostituzione, lo sfruttamento sessuale e altri tipi di sfruttamento; (5.3) Eliminare tutte le pratiche nocive, come il matrimonio delle bambine, forzato e combinato, e le mutilazioni dei genitali femminili ; (5.c) Adottare e rafforzare politiche concrete e leggi applicabili per la promozione dell’eguaglianza di genere e l’empowerment, ossia la forza, l’autostima, la consapevolezza, di tutte le donne, bambine e ragazze a tutti i livelli. Il progetto è inoltre in linea con l’obiettivo 3 dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile: Salute e benessere. Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età e con il suo target (3.7) Entro il 2030, garantire l’accesso universale ai servizi di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, compresi quelli per la pianificazione familiare, l’informazione e l’educazione, e l’integrazione della salute riproduttiva nelle strategie e nei programmi nazionali.

Azioni

Il progetto consiste nell’evidenziare tutte le forme di violenza di genere, da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori del cosiddetto stalking allo stupro, fino al femminicidio, che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso. La legge contro la violenza di genere persegue tre obiettivi principali: prevenire i reati, punire i colpevoli, proteggere le vittime. Con l’introduzione nel 2009 del reato di atti persecutori-stalking, che si configurano in ogni atteggiamento violento e persecutorio e che costringono la vittima a cambiare la propria condotta di vita, fino alla legge sulle ‘Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere’, risultano infatti rafforzati la tutela giudiziaria e il sostegno alle vittime, una serie di aggravanti e la possibilità di permessi di soggiorno per motivi umanitari per le vittime straniere di violenza.
La normativa rientra interamente nel quadro delineato dalla Convenzione di Istanbul (2011), primo strumento internazionale giuridicamente vincolante ‘sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica’. L’elemento principale di novità è il riconoscimento della violenza sulle donne come forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione. 
Gli stereotipi di genere sono preconcetti che semplificano, banalizzano e riducono a mere generalizzazioni le caratteristiche specifiche di un individuo. Sono improntate sulla semplice appartenenza a uno specifico genere (femminile o maschile). Questi luoghi comuni non corrispondono alla realtà. Gli stereotipi di genere hanno influenzato, per lungo tempo, anche le aspirazioni delle donne e i comportamenti verso le donne. Ne hanno limitato l’espressione della soggettività, la libertà di azione e distorto la percezione del femminile agli occhi degli uomini, arrivando anche a fornire giustificazione a violenze psicologiche e maltrattamenti.
La violenza ha effetti negativi a breve e a lungo termine, sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva della vittima. Le conseguenze possono determinare per le donne isolamento, incapacità di lavorare, limitata capacità di prendersi cura di sé stesse e dei propri figli. I bambini che assistono alla violenza all’interno dei nuclei familiari possono soffrire di disturbi emotivi e del comportamento. Gli effetti della violenza di genere si ripercuotono sul benessere dell’intera comunità.

Il percorso è articolato in 7 incontri e in un’attività laboratoriale finalizzata a predisporre un video nel quale presentare il decalogo della violenza o altro elaborato multimediale che evidenzi l’emergere di situazioni di violenza o verifichi il livello di sensibilizzazione sule tema nel contesto scolastico e/o territoriale.

Impatto

La valutazione di impatto si basa su quanto la prevenzione primaria sia più efficace quando diversi metodi (mobilitazione della comunità, mass media e sensibilizzazione opinione pubblica, approcci programmatici attraverso scuola e istituzioni politiche) sono combinati e impiegati a diversi livelli della società. Gli sforzi di prevenzione primaria sono più efficaci quando facilitano una più ampia mobilitazione della comunità contro la violenza possono avere un forte effetto sulla trasformazione a livello interpersonale, relazionale, comunitario e sociale di comportamento, atteggiamenti, credenze individuali e collettivi relativi alle norme e ai ruoli di genere in una determinata comunità nonché ad attuare strategie locali e nazionali per responsabilizzare le donne ed eliminare le disparità di genere.

Indicatori

Gli indicatori individuati per misurare l’impatto del progetto sono: il numero di partecipanti e la misurazione del cambiamento nelle conoscenze e negli atteggiamenti dei partecipanti dopo il percorso formativo nonché della consapevolezza della violenza sulle donne come problema di salute pubblica e violazione dei diritti umani attraverso un questionario da distribuire alla fine del percorso o mediante interviste individuali. 

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