Scuola di scienze della politica

Il nuovo ciclo della Scuola di scienze della politica per l’a.a 2024/2025, analizzerà e ospiterà i testimoni eccellenti delle “Repubbliche”, dando loro la parola per raccontare la Storia dalla parte dei protagonisti.
Si tratta delle figure di spicco delle istituzioni ai livelli più alti della rappresentanza parlamentare e del governo nazionale, invitate tenendo in considerazione la necessità di mantenere un equilibrio tra le culture politiche di provenienza.

La scansione dei cicli politici negli ultimi decenni  ha visto un primo tempo che potremmo definire della  “Grande crisi”, con protagonisti Giuliano Amato (Capo del governo dal 1992 al 1993 e poi dal 2000 al 2001 ), seguito da Lamberto Dini (1995/1996), Romano Prodi (1996/1998 e 2006/2008), Massimo D’Alema (1998/2000), e infine Mario Monti (2011/2013), il quale rappresentò una cesura rispetto ai governi politici prodotti dalla stagione della forte polarizzazione tra le alleanze di destra e di sinistra. Alla medesima stagione appartiene il Presidente del Senato Renato Schifani (2008 al 2013).

Una seconda parte del ciclo potrebbe definirsi quella della “Transizione infinita”, con la presenza dei Presidenti Enrico Letta (2013/2014 ), Matteo Renzi (2014/2016), Paolo Gentiloni (2016/2018), Giuseppe Conte (2018/2021) e Mario Draghi (2021/2022), caratterizzata  dall’avvento di movimenti politici che hanno avuto come punto di forza la comunicazione digitale.
Nello stesso tempo sullo scranno più alto delle Camere abbiamo avuto, tra gli altri Elisabetta Casellati (Presidente del Senato dal 2018 al 2022) e Roberto Fico (Presidente della Camera).

La terza parte del ciclo, è segnata dalla drastica riduzione del numero dei parlamentari dopo l’entrata in vigore della legge costituzionale, con la presidenza di Giorgia Meloni.

Eventi

Anno accademico 2024/2025

Contatti, modalità di iscrizione e quota di partecipazione

Le lezioni si terranno ogni giovedì in modalità mista in presenza e online sulla piattaforma Everywhere dalle ore 14:00 alle ore 16:00, salvo diversa programmazione, a partire dall’11 dicembre 2024.

La Scuola è aperta a tutti gli studenti UNINT. Il numero di CFU da riconoscersi a ciascun studente è determinato dal rispettivo corso di laurea di appartenenza.

Modalità di iscrizione:

Inviare dalla propria casella postale di Ateneo una e-mail all’indirizzo scuolapolitica@unint.eu, scrivendo nell’oggetto “iscrizione Scuola di Scienze della Politica” e indicando nel corpo della e-mail il proprio nome e cognome, il corso di laurea di appartenenza e il numero di matricola.

Ai partecipanti sarà rilasciato un attestato di frequenza alle seguenti condizioni:

  • partecipazione ad almeno l’80% delle lezioni;
  • colloquio finale su un argomento scelto dallo studente e concordato con il comitato scientifico.

La scuola sarà aperta ad un pubblico esterno, previ accordi intercorsi con il comitato scientifico.

La difficile arte del governo.

Istituzioni e leader nel passaggio delle Repubbliche.

Senza voler scomodare aggettivazioni roboanti e un po’ démodé, come quelle riferite a passaggi “fatali” della vita di popoli, dobbiamo riconoscere che gli ultimi decenni, a far data dagli anni ‘90, hanno profondamente modificato il panorama prima antropologico e poi politico e istituzionale del nostro paese.
I media, con una fortunata sintesi che risentiva della scansione gollista delle istituzioni costituzionali d’oltralpe, battezzarono la numerazione ordinale delle Repubbliche, che ha finito con imporsi, come spesso accade, anche in altri lessicari e persino in ambito accademico.

Così di Repubbliche ne avremmo conosciute almeno tre: la Prima, quella che ha dentro l’Eldorado delle origini ( risalenti all’Assemblea Costituente) con i partiti protagonisti della vita pubblica del Paese, e poi la vergogna di Tangentopoli, si chiude nel 1994, con il declino della forma partito, l’avvento del sistema maggioritario e, con esso, di Silvio Berlusconi al governo e l’affermazione del “partito-personale”.

La Seconda che nasce, appunto, nel 1994 e si chiude idealmente nel 2013, con l’avvento dei movimenti “populistici” e la fine della polarizzazione a due soggetti, destra/sinistra, che il maggioritario avrebbe dovuto promuovere.

Oggi saremmo in una fase nuova, una Terza Repubblica che, seguendo le movenze veloci del tempo digitale, sembra aver già deglutito anche l’era effimera del movimentismo populista, sterilizzandone gli aspetti più folklorici ma non la postura che dal leader raggiunge direttamente il popolo in un dialogo (promosso dai social, perché i media del passato, come la carta stampata e la televisione, sono ormai considerati obsoleti) che salta ogni mediazione.

Una Nuova Repubblica che saluta la prima donna Presidente del Consiglio della storia dell’ordinamento costituzionale, per giunta culturalmente prossima a ciò che fu il cosiddetto “polo escluso”.

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